Qualche mesetto fa scrissi con mia somma gioia un post dedicato alle figure femminili più belle del cinema di Carlo Verdone. Un amico mi ha fatto notare che nella classifica mancava il personaggio forse più iconico della produzione verdoniana, la Marisol di Un sacco bello.
La mia non è stata una dimenticanza. Ho volutamente tralasciato la giovane turista spagnola che incrocia la vita del dolce Leo in una calda giornata d’agosto. Perché l’ho sempre guardata con sospetto.
E sì, nei panni di Leo ci sono stata parecchie volte e non è piacevole.
Leggi anche: Le donne del cinema di Verdone
Marisol, Un sacco bella
Un sacco bello è stato il film più importante di Carlo Verdone, quello che lo ha portato alla ribalta del grande cinema e che ne ha decretato lo status di autore. Sotto l’ala protettrice di Sergio Leone, Verdone racconta tre piccole storie di un’Italia che oggi sembra lontanissima.
Tre storie di desiderio e voglia di sognare, ovviamente disattesi.
1980
Enzo cerca disperatamente di andare in vacanza a Cracovia dove poter rimorchiare polacche compiacenti. Si fa accompagnare da Sergio che durante il viaggio si sente male. A malincuore l’amico lo porta in ospedale dove si consuma un delirante addio.
Ruggero, figlio dell’amore eterno, torna nell’odiata Roma dove incontra il padre (Mario Brega, superbo), al quale prova a spiegare il senso della sua nuova vita.
Leo, infine, ragazzo pacioccone scopre l’amore per la bella spagnola Marisol e tenta di liberarsi dal giogo materno. L’attende un mesto approdo a Ladispoli.
Dunque, Marisol e Leo.
Ovvero l’anima girovaga di una generazione alla ricerca di se stessa, pronta a nuove sfide e a giorni senza doccia pur di viaggiare e la pesante tradizione romana del piccolo borgo, delle vacanze da zia e delle polpette portate in spiaggia.
Poteva mai avere un lieto fine una storia del genere?
A parte la cugina e qualche incontro gne gne gne gne, Leo non ha mai avuto una donna. Lo capisci dal rossore stabile sulle gote. Non è sole, è timidezza cronica.
Marisol invece gli uomini li affascina senza troppo sforzo. È innamorata di Antiochos, un greco manesco che ha bisogno della sua libertà intellettuale e per questo la tradisce a raffica.
A una prima lettura la storia è semplicissima. Marisol sente di avere un certo ascendente su Leo e approfitta della situazione per scroccare un posto in cui stare. Tuttavia le cose non stanno solo così.
Marisol e i gibboni
Prima che tu possa dire che la mia antipatia per Marisol sia in realtà invidia mascherata, è giusto avvisarti che in me vive una supereroina che odia le ingiustizie.
Leo è un ragazzo che avrebbe bisogno più di ogni altro di farsi travolgere dal desiderio e dall’amore. Anche solo per imparare che una donna che non si può portare allo zoo al primo appuntamento.
Marisol dal canto suo è stata un po’ stronza, via.
La rivelazione che questo Ferragosto 2018 mi porta però è che i sentimenti umani non hanno nulla a che vedere con il concetto di giustizia. Perché se è vero che tutti siamo stati Leo, capita anche di essere Marisol.
E non è una colpa.
Segui Smack!
Non dimenticarti di seguire Smack! – Blogzine per donne croniche su Facebook. Metti mi piace alla nostra pagina! Iscriviti anche alla nostra Newsletter cliccando sul form in Homepage oppure qui.
Lascia un commento