Se il buongiorno si vede dal mattino, allora questo rischia di essere un lunedì di grande spessore morale. Il fine settimana che è appena passato mi ha regalato tante bellissime sensazioni, un paio di riflessioni approfondite sulla mia vita e anche un pizzico di delusione. Il bilancio è tuttavia molto positivo, perché se la delusione porta consapevolezza, nulla è perduto. Comincio dall’inizio dicendoti che non amo particolarmente l’estate. Almeno, non l’amavo fino a qualche anno fa. E lo stesso discorso lo posso applicare al concetto di vacanza.
Per una work-aholic come me il periodo delle vacanze era considerato come una pausa non richiesta. Volevo solo lavorare, lavorare bene e arrivare sana e salva a settembre. Mese in cui tutti ritornavano a casa e ci si preparava per lo shopping in vista del nuovo anno scolastico. Perché l’estate provocava così tanto disagio in me? Semplice, perché se stare fermi significava annoiarsi, assistere a liti quotidiane tra mamma e papà, sognare di fuggire, tanto valeva rimanersene a lavorare 12 ore al giorno. Punti di vista, insomma.
Fortunatamente le cose cambiano e il tempo del riposo si è pian piano trasformato in tempo di qualità, in pausa bella.
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Foto di Alessandra Parisi
La vacanza del cuore
La vacanza che porto nel cuore è un viaggio a Parigi con una delle mie amiche sorelle. È incredibile come i ricordi di quella settimana facciano capolino senza sforzo nella mia testa. Non è stata una vacanza perfetta, no. Ma è stato il mio primo tutto. Il primo viaggio da sola, la prima volta all’estero, in una città che amavo alla follia. Dannata Amélie Poulain…
Con dieci chili in più sul groppone, tanta paura e qualche zavorra di troppo me ne andavo a zonzo per la Ville Lumière cercando un modo nuovo di stare al mondo. E di essere donna. Non mi sentivo completamente libera, ma da qualche parte dentro di me cominciava a risvegliarsi qualcosa.
Uno strano desiderio di essere davvero Francesca
Lo so che posso sembrarti stucchevole, ma quello che sto scrivendo è l’assoluta verità. C’era un semino piantato di fresco in una terra scura e fertile. E l’acqua cominciava a scendere, convincendolo a fiorire. Scorza dura, il semino.
Eppure ha ceduto. E di lì a qualche mese sarebbe sbocciato
Ecco, la speranza per questa estate 2018, che mi sembra sempre di più nuova di zecca, è di piantare altri semi e di farli fiorire. Non c’è altro modo, per me, di vivere una vacanza.
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