Un anno fa ero in crisi. Nera, anzi nerissima. La più importante storia d’amore della mia vita era andata a donne di facili costumi, tra strazianti addii e riavvicinamenti poco sinceri. Non avevo un lavoro, ma solo tante idee in testa e la certezza che me la sarei comunque cavata in qualche modo. “Sono capace e la fatica non mi spaventa“, mi dicevo. Nel frattempo qualcosa dentro al mio cuore continuava a fare male. Era un misto di sensazioni che culminavano tutte in quel sentimento doloroso e fallace che è la delusione. Fu allora che arrivò Smack.
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Foto Silvia Gerbino
E alla fine arriva Smack!
Dimmi la verità, non è più facile sentirsi vittime degli eventi che non focalizzarsi sulle proprie responsabilità? Ecco. Il punto è che in parte vittima degli eventi lo ero eccome. E su questo poco potevo fare. Molto invece ho fatto sulle mie responsabilità. Così poco a poco, asciugate tutte le lacrime mi sono seduta al tavolo (all’epoca ancora ne possedevo uno) e davanti al PC ho visto il mio futuro. Quello di una donna che aveva ancora tantissimo da dire e fare.
Allora ho messo insieme tutte le parole che conoscevo e ho inventato un nuovo mondo.
Doveva essere bello e colorato e parlare di fantasia e coraggio. Era necessario che mi somigliasse in qualche modo. Ho tirato su case dal tetto rosso e sparso migliaia di margherite in prati senza confini. Ci ho messo tante cose buone da mangiare e qualche amica con cui parlare di tutto. E poi ho aggiunto un po’ di pensieri in solitudine, ché la vera solitudine non è starsene su un cocuzzolo a imprecare, ma godere di un attimo di silenzio. C’erano occhi scuri e luminosi e dita agili per scrivere. E una bocca rossa e sorridente.
Un anno fa nasceva Smack! – Blogzine per donne croniche.
Non era come lo vedi oggi perché i nuovi mondi ci mettono tempo per diventare definitivi. E definitivi in fondo non sono mai, perché ogni giorno ci trasformiamo.
Non c’erano i podcast, che oggi sono il mio orgoglio e nemmeno una rubrica dissacrante come Csanacs and the City, che mi fa sempre tanto ridere. C’ero e ci sono ancora io, con tutte le mie speranze e contraddizioni.
Sì, non sono perfetta e ogni tanto girano anche a me.
E c’erano gli stessi umori, gli identici sogni. Quelli di una donna che sente ancora l’esigenza di raccontare di sé e di questo mondo strampalato.
Smack! è nato da una separazione e dalla volontà di non dimenticare mai chi sono, cosa voglio e cosa so fare. E dal desiderio di parlare di donne in maniera diversa, senza compiacimenti o falsità. Quanto è difficile! E quanto è difficile la costanza, alzarsi ogni mattina e buttare giù delle righe che abbiano un vero senso.
Continuerò a farlo. Tu però leggimi!!
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