Se leggi e segui con affetto Smack! lo avrai capito già da tempo. Adoro le storie di quelle donne che ad un certo punto della loro vita cercano di trasformare in realtà l’esigenza di essere diverse. Ognuna mette a frutto questo desiderio come vuole. Per me, ad esempio, è stato importante aprire questo blog. Altre invece, come ti ho già raccontato nell’e-book Un Natale al bacio, hanno semplicemente deciso di mettersi in proprio, lasciando un lavoro che ormai non le rispecchiava più per cambiare vita. Bello vero? A me piace questa sensazione di libertà. La stessa che ho provato leggendo il libro di Noemi Bengala, Safari.
Anche un libro può essere un modo per incanalare l’energia che ti scorre dentro. E lo dice la stessa autrice dalle pagine del suo bel blog, Una donna al contrario
“Il 2012 segna la mia entrata in società come mamma. Messo un po’ da parte il mio lavoro di freelancer a favore del posto fisso del marito, ridipinto casa, spostato mobili e agito senza sosta per colmare la vena creativa e le esigue finanze, mi sono ritrovata davanti al mio Mac con una storia“, racconta Noemi.
“Una storia scritta da settembre 2013 a Luglio 2014, senza pensare troppo. Una storia che ho dedicato alle donne, soprattutto a quelle italiane, alle donne che hanno talento e che sono costrette a castrare questo talento per le urgenze familiari“.
“L’ho scritto con ironia perché di cose pesanti ce ne sono abbastanza nelle nostre vite e perché credo che le donne abbiano bisogno di leggerezza per aprire gli occhi e vedere come sono fatte veramente“.
Scarica l’e-book Un Natale al bacio
C’era una volta una viaggiatrice
Lisa, la protagonista di Safari, è una donna che decide di compiere un viaggio da sola per il mondo. Un viaggio alla scoperta di se stessa e della sua vera natura. Un viaggio che le permette di tornare a casa arricchita, piena di esperienze da condividere con gli amori della vita, il marito e la figlia. Sicuramente, diversa da prima.
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Safari e Noemi Bengala
Partiamo dalla dedica del libro “a tutte le donne che intraprendono un’azione coraggiosa nella direzione della loro felicità”. Safari è in qualche modo la tua azione coraggiosa?
Lo è stato senz’altro. Ma non ho fatto questa azione per me. È Lisa (la protagonista di SAFARI) che mi ha chiesto di farlo, che mi ha chiesto di raccontare la sua storia per lei e per le donne simili a lei. Io ho semplicemente dato ascolto alla sua voce.
Queste donne cercano una vera realizzazione. Nella tua esperienza personale è stato difficile mettere in pratica tutto questo? E più in generale, quanto è difficile mettere in pratica tutto questo?
È complicato, pieno di ostacoli, soprattutto interiori ma la mia esperienza dice che, quando sento di dover andare in una direzione, indipendentemente da quanto faccia paura o sia difficile da affrontare, mi porta sempre verso la mia felicità.
Safari, viaggio nel cuore
Safari vuol dire viaggio nella lingua Swahili. La protagonista in effetti compie un vero e proprio percorso di crescita, facendo una cosa che a un primo sguardo può sembrare “sconveniente”: partire senza marito e figlia per scoprire qualcosa di nuovo dentro sé. In realtà la sua non è una fuga, ma un arricchimento. Come mai hai deciso di raccontare proprio questo?
Come ho già detto, è Lisa che me l’ha chiesto e se ho deciso di raccontarla è proprio perché era diversa da molte altre storie. Di solito si abbandona tutto, si parte per fuggire. Lisa invece agisce consapevolmente. Sa che ha bisogno di ricentrarsi su se stessa perché si è un po’ persa a causa della quotidianità piena di impegni. Non vuole lasciare la sua famiglia. Ha solo bisogno di capire dove collocare se stessa e allontanarsi le permette proprio di fare questo. Si pensa che quando si decide di partire, si fugga sempre da qualcosa. Per quanto mi riguarda il viaggio è solo ricchezza, pura e concreta. A volte può essere necessario anche fuggire ma il più delle volte anche per me, come per Lisa, è un momento per capire a che punto sto e dove voglio andare.
Africa, Giappone, Australia, USA, Cuba, Argentina e NY sono le principali tappe del viaggio di Lisa. Sono in qualche modo anche luoghi del tuo cuore?
Quando ho scritto Safari, ero stata solo a NYC e in Africa. L’Australia l’ho visitata successivamente ed è diventata sicuramente uno dei miei luoghi del cuore. Gli altri paesi devo ancora visitarli ma non sono necessariamente nella top-list dei luoghi che voglio vedere. Diciamo che per quanto mi riguarda io sono una curiosa-cronica quindi non è tanto il luogo in sé che mi ispira quanto le storie che quei luoghi mi raccontano.
Safari, una donna al contrario
Qual è stata la cosa fatta nella tua vita che più ti faceva spavento ma che invece ti ha trasformata nel profondo?
È sempre la stessa. Andare verso che ciò che non conosco. C’è una specie di attrazione e contemporaneamente una paura incredibile. Quando prevale l’attrazione, faccio esperienze meravigliose, come il giro del mondo con mia figlia. La paura è una brutta bestia perché sono certa che, se l’ascoltassi di meno, vivrei avventure incredibili.
Il tuo blog si chiama Una donna al contrario. Chi sono le donne al contrario?
Penso che alcontrario è come ti senti dentro. Qualche volta anche sbagliata, diversa dalla gente “normale”. Solo che magari per me normale vuol dire una cosa, per te un’altra. Oggi non mi cambierei mai ma, quando si è ragazzine, essere diverse può costituire anche una difficoltà psicologica forte. Sapere di non essere “sbagliate” ma soltanto “diverse” e che quel diverso è davvero interessante, credo possa essere utile.
Sono sempre a caccia di ispirazioni belle. Te la senti di dare un consiglio a tutte le lettrici di Smack?
Sono una che legge mille cose, dalla fisica quantistica ai libri di Sibaldi, però un libro che ho sempre nel cuore, che è profondo e divertente allo stesso tempo, è Voglio vivere così di Isabel Losada. Ho letto tutti i suoi libri, adoro il suo modo di scrivere e questo è senza dubbio il mio preferito.
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