La regola aurea, come ho già avuto modo di dire, è osservare i giapponesi. Chiunque viva in una grande città avrà notato che gli asiatici curano la propria salute e sono sempre molto eleganti, ma sovente indossano le mascherine bianche. Il che ci porta all’assioma: secondo voi un giapponese, per natura elegante e raffinato, che motivo potrebbe mai avere di indossare quelle orrende mascherine bianche a protezione delle vie aeree superiori? Ovviamente sa che sta arrivando il virus letale. Noi no, ma lui lo sa. Non chiedetemi come, ma lui lo sa.
Se vivete invece in un piccolo paese dove non ci sono giapponesi, neanche di passaggio, o se il numero di giapponesi nel vostro luogo di residenza è statisticamente irrilevante, dovete passare direttamente al secondo segnale, ben più difficile da decriptare: notizie passate in settima pagina, riguardanti morti misteriose in luoghi sperduti. “Probabilmente attribuibili ad un nuovo ceppo di influenza“.
La notizia sparisce dopo poche ore, non la ritroverete su nessun quotidiano. Dovete iniziare a preoccuparvi.
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Virus, ti conosco mascherina
Dunque, come affrontare questa situazione con dignità? Tenete presente che siete gli unici, o tra i pochissimi, ad aver colto i segnali, quindi non avrete supporto da nessuno, dovrete agire in fretta e senza dare nell’occhio.
Primo
NON fate incetta di cibo, al limite comprate qualche scatoletta in più ogni volta che andate a fare la spesa, ma non svuotate il Penny, vi prenderanno per pazzi e in ogni caso nessuno vi crederà.
Secondo
NON fate incetta di disinfettanti per le mani, da spalmarvi dopo aver toccato qualunque cosa. È inutile, perché il virus letale non sarà mai per contatto, altrimenti non sarebbe una bella pandemia coi fiocchi. No, lui arriverà e sarà AEREO.
Ricordatevi che questo tipo di virus ha quasi ucciso persino Dustin Hoffman, quindi non avrete molte speranze di farcela, soprattutto NON illudetevi MAI di esserne immuni: quel tipo di fortuna è capitata solo a Matt Damon.
Terzo
NON date MAI la mano allo chef del ristorante fusion.
MAI e dico MAI. Perché lui ha appena spennato l’anatra che, a seguito di una mutazione genetica carpiata, ha contratto il virus dal pipistrello, che a sua volta l’ha preso dallo zibetto de stocazzo, e l’anatra maledetta ha sviluppato la capacità di trasmetterlo a chi? Ma ovviamente ALL’UOMO, quindi a voi.
Certo, in un simile caso, avreste i vostri 5 minuti di celebrità, ma non avrete tempo per godervi la meritata fama di paziente zero.
Quarto
NON prendete i mezzi. Naturalmente se siete tra quei poracci come me che devono andare a lavoro per vivere, allora ecco alcuni consigli pratici per avere una remota possibilità di non essere infettati sul 40 barrato.
Viaggiate circospetti, controllate sempre che le persone vicine a voi non perdano sangue dagli occhi o dalle mucose in genere, state alla larga anche da quelli raffreddati o con tosse.
Se il bus è pieno aspettate il prossimo (cioè alcune settimane probabilmente: potete sempre andare a piedi, vi farà bene).
In caso di mezzo normalmente affollato dovrete cercare in ogni modo di sedere nell’ultimo seggiolino della fila, quello cioè che guarda la cabina dell’autista, e ricordate NESSUNO deve stare davanti a voi e alle vostre vie aeree. Stando seduti su quel sedile imparerete inoltre molte cose utili dal cartello Tariffe e sanzioni.
Quinto
NON credete a una parola di ciò che ho scritto, l’IO deve vincere l’ipocondr’IO, sempre. E poi nessuna pandemia può scoppiare a primavera.
Good night and good luck
[Fermi coi bunker che vi vedo]
Meet the author
Giovanna Daddi è nata nello stesso anno del movimento Punk. Ed è l’unica cosa che hanno in comune. Si diverte soprattutto a leggere e ogni tanto scrive cose. È impegnata costantemente nel tentativo, vano, di smettere di fumare. Odia volare.
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