8 marzo, festa della donna. Una ricorrenza che ha ancora un senso? Io dico di sì, a patto che non si consideri solo un modo per celebrare una razza in via d’estinzione. Non è certo questo il senso di una giornata che dovrebbe essere un momento di riflessione vera sulla condizione femminile, sulle conquiste ottenute in anni di lotta e su tutto quello che ancora deve essere raggiunto.
Insomma c’è tanto ancora da fare e non sarò certo io, in questo post, a compire una rigorosa analisi sociale e politica sulle donne. Da innamorata di cinema voglio semplicemente parlarti dei personaggi femminili che ho adorato e che in qualche modo hanno rallegrato la mia vita. Come al solito ci tengo a precisare che non si tratta di una classifica di merito, ma solo di scelta personale. Cominciamo?
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8 marzo, le sfigate
Frances “Baby” Houseman (Dirty Dancing)
Sì, e non voglio sentire mezza discussione al riguardo. Frances Houseman, detta Baby, è e sempre sarà l’emblema del tutto è possibile. Non particolarmente avvenente, goffa, intellettuale à la carte, Baby possiede una dote che avrei sempre voluto avere: il coraggio. Quella cosa che quando vedi un Patrick Swayze ti fa credere di poter ballare con lui.
Assunta Patanè (La ragazza con la pistola)
Questa splendida creatura non solo ha coraggio. Ha anche una pistola e, meraviglia delle meraviglie, non la usa. Perché alla fine il reprobo Vincenzo Macaluso è solo una fase. Uno dei tanti passaggi obbligati nella vita di una donna. E non merita nemmeno un quarto di vendetta. Monica Vitti in stato di grazia.
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8 marzo, le bruttine
Cesira Colombo (Il segno di Venere)
Film struggente che più struggente non si può. Almeno per me che per lungo tempo mi sono identificata con la dolce (e un po’ legnosa) Cesira, la grandiosa Franca Valeri.
Pina Fantozzi (Fantozzi)
La amo di un amore puro e totale. Le sono devota. E non perché mi riconosca in lei, anzi. È così lontana da me che non riesco neanche a comprenderla fino in fondo. Eppure, la sua indole da perenne sconfitta, la sua sciatteria atavica è un monito a tutte noi. Curioso animale domestico? Giammai.
8 marzo, le romantiche
Amélie Poulain (Il favoloso mondo di Amélie)
Questa donna ha rovinato la mia vita. E quella di un’intera generazione di ragazze (timide) che credeva fosse normale fare cose assurde per amore. Ma come fai a non amare Audrey Tautou? E soprattutto come fai a non sperare che da qualche parte del mondo esista un Nino Quincampoix?
Ada McGrath (Lezioni di piano)
Impetuosa e coraggiosa, Ada, la protagonista del bellissimo film di Jane Campion è la quintessenza del romanticismo. Certo, lei ha avuto a disposizione Harvey Keitel. Ma se l’è sudato, ecco.
8 marzo, le spaccatutto
Katie Morosky (Come eravamo)
Idolo di ogni donna “difficile” che si rispetti, Katie Morosky, alias Barbra Streisand, è per l’appunto una tosta. Tanto tosta. Troppo? Non riesco a rispondere a questa domanda. Ma se fosse stata più morbida e meno ideologica forse sarebbe stata più felice.
Beatrix Kiddo (Kill Bill)
Beatrix non si discute, si ama. C’è solo da prendere la katana e coprirle le spalle.
Rossella O’Hara (Via col vento)
A Rossella mi lega uno dei più grandi traumi della mia vita da studentessa. La mia amata professoressa d’italiano decise di farci scrivere una ricerca su un personaggio femminile di un film che avevamo particolarmente amato. Scelsi Mrs. Rossella, ma quando ne parlai alla prof. mi disse che non era forse una scelta azzeccata. “Troppo vecchio il suo modello“. Prof, ma dai…
8 marzo, le spumeggianti
Maria De Ritis (Pane, amore e fantasia)
Pizzicarella la bersagliera, ovvero come amare un personaggio femminile così poco moderno. Adoro la sua schiettezza, la simpatia, la voglia di vivere. E la capacità di baccagliare quando qualcuna (in genere una beghina di nulle qualità) le mette i bastoni tra le ruote. Sulla bellezza della Lollo c’è poco da dire.
Sally Albright (Harry, ti presento Sally)
Ti dico solo questo. L’a parte è fondamentale. Sempre. È un modo carino di spiegare, “Questa sono io, fattene una ragione“.
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