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Edhel, fiaba dolce e malinconica sulla diversità

Essere adolescenti è una iattura difficilmente rappresentabile. Soprattutto in un mondo in cui indelicatezza e maleducazione sembrano essere parole d’ordine.  Mi dirai, è una fase, serve a crescere. Certo, è così, ma il senso di inadeguatezza che si prova in certi momenti non riesco proprio a rimpiangerlo. Ecco perché film come Edhel, opera prima di Marco Renda, hanno un valore specifico importante. Al di là della compiutezza e della riuscita artistica. Al netto dei difetti, infatti, Edhel possiede cuore e anima. E sono tutti negli occhi della giovane protagonista.

Edhel, che nella lingua immaginaria di Tolkien vuol dire elfo, è una ragazzina che soffre di una malformazione al padiglione auricolare. Capelli lunghi, occhi grandi e chiari e orecchie a punta, la ragazza somiglia davvero a un elfo. Tuttavia l’aspetto fisico particolare non è mai stato vissuto come un dono. Anzi, come una maledizione. Soprattutto dal giorno della morte del padre, unico a quanto pare a non vedere nella figlia una dimensione mostruosa.

La piccola deve far fronte a tutto il repertorio di nefandezze umane. Compagne di classe violente e insensibili e perfino un amico che la pugnala alle spalle senza pietà. Le sole consolazioni arrivano dall’equitazione e da Silvano, un bidello nerd che le mostra per la prima volta una via d’uscita a quella disperazione. Edhel infatti potrebbe essere davvero un elfo dei boschi.

Leggi anche: Capelli, quando venti milioni di diavoli non bastano

Edhel, una scena del film

Edhel o dell’adolescenza

Ci vuole uno scatto di identità fortissimo per riconoscere se stessi, tra pregi e difetti, e essere forti al punto tale da rimettere tutti al loro posto. Ed è proprio quello che l’adolescenza ci spinge a fare. Separarsi dall’infanzia è prima di tutto lasciare una zona di conforto, per poi addentrarsi in un luogo impervio. Pauroso. Ma è anche l’unica cosa che si può e deve fare.

Il lungometraggio di Renda non riesce a scegliere il tono giusto per raccontare questo passaggio. Se la chiave fantasy sembra essere quella più adatta, c’è invece un realismo pesante (la scuola, le insegnanti, i bulli) che appiattisce la narrazione. Forse ci voleva un pizzico di coraggio in più, ma la dolcezza di Edhel resta intatta.

Soprattutto resta intatta l’ammirazione per un film low budget girato in 18 giorni, vincitore di numerosi premi Los Angeles Film Awards e accolto tra gli applausi al Giffoni Film Festival.

Edhel è stato prodotto da Vinians Production e uscirà il 25 gennaio prossimo. Nel cast, Gaia Forte, Roberta Mattei e Nicolò Ernesto Alaimo, con la partecipazione di Fioretta Mari e Mariano Rigillo.

Emozionante la voce fuori campo di Cristiana Lionello, indimenticabile doppiatrice della Dama dei Boschi Galadriel nella trilogia di Peter Jackson dedicata a Il signore degli anelli.

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Francesca Fiorentino
Francesca Fiorentino
Giornalista professionista e podcaster, scrivo, cucino e faccio ridere, non sempre in quest'ordine. Amo la radio, i film, le margherite, le magliette a righe, i regali inaspettati e i taccuini nuovi. Qui leggi il mio sito professionale


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