Ci sono delle parole che hanno dei poteri sovrannaturali. Non stiamo parlando delle formule magiche di Harry Potter ma di quei termini che rappresentano uno stato d’animo, un sentimento, una relazione. Impossibili da tradurre nella nostra lingua.
Una studiosa dell’università finlandese Aalto, Emilia Lahti, da anni focalizza il suo interesse su questo particolare settore della linguistica, tracciando una mappa di espressioni in grado di dire tutto in una sola voce.
Per farti un esempio, sisu, è la parola finnica che sta per capacità di resistere davanti ai momenti più difficili della vita.
Gioco di parole
A raccogliere la sfida lanciata dalla Lahti, il professor Tim Lomas. Il docente di Psicologia alla East London University ha inaugurato il Positive Lexicography Project. Si tratta di un glossario online di parole intraducibili. O come lo stesso Lomas ha detto, “Un vocabolario della felicità, in continua evoluzione“.
“Ho cercato i vocaboli online, su siti, blog e tra i paper accademici – ha raccontato Lomas al Corriere della Sera -. Le persone, inoltre, mi inviano suggerimenti per sottopormi termini nuovi“.
Eccoti qualche esempio.
Mamihlapinatapei è un termine usato dagli aborigeni australiani per definire uno sguardo tra due persone che si desiderano ma non riescono a dirlo.
Nella lingua tshiluba ilunga vuol dire essere pronti a perdonare una prima volta, tollerare la seconda ma chiudere i rapporti dopo il terzo misfatto.
Bellissima anche la utepils norvegese, ovvero una birra che ci si gode all’aria aperta nel primo giorno caldo dell’anno.
Mbuki-mvuki è un termine bantu per dire, togliersi i vestiti e scatenarsi nelle danze.
Infine in lingua filippina, gigil vuol dire desiderare ardentemente di prendere a pizzicotti qualcuno che si ama.
Non è meraviglioso il tesoro di sentimenti contenuto in una sola parola?
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