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Giovanna Lombardi: “Il teatro si fa col cuore e con verità”

Giovanna Lombardi è la protagonista di Diario licenzioso di una cameriera, che sarà in scena da oggi, fino al 17 dicembre prossimo, al Teatro Stanze Segrete a Roma. Célestine, la protagonista di questa pièce, scritta da Mario Moretti e ispirata liberamente al romanzo Journal d’une femme de chambre di Octave Mirbeau, è una donna che con disincanto mostra il lato oscuro dell’alta borghesia francese della Belle Époque.  

Lo sguardo di Célestine, distaccato e tragico, è capace però di cogliere quello che normalmente viene nascosto sotto la facciata perbene delle buone famiglie. E quello che racconta non è certo positivo.

Leggi anche: Silvia Siravo: “Il mio Pirandello moderno e liberatorio”

Giovanna Lombardi protagonista di Diario licenzioso di una cameriera

Giovanna Lombardi, il teatro e Célestine

Giovanna, il teatro è sempre stato nella tua vita, ma ti ci è voluto un po’ per trovare quello che ti permettesse di esprimerti davvero.

Sono entrata in questa magia timidamente, in punta di piedi. Il teatro che faccio è fatto di sensazioni, di odori, di tatto. Insomma di quella sensorialità che oggi purtroppo viene messa in secondo piano. È sempre il cervello ad emergere. In questo senso l’incontro con Mario Moretti (fondatore del Teatro dell’Orologio, scomparso nel 2012 ndr) è stato fortunato. Mario mi ha trasmesso chi ero. Forse all’epoca non lo sapevo ancora. Così, attraverso i suoi occhi mi sono vista. Nel 2007 gli proposi un monologo, una cosa che spaventa anche attori molto esperti. Quello è stato il momento della mia vita in cui ho creduto di più in me stessa. E questa sera avrò la stessa, grandissima, responsabilità davanti al pubblico.

Sei in pericolo totale…

Sì, anche per il modo in cui è montato lo spettacolo, perché c’è l’interazione con il pubblico. Ad un certo punto Célestine offre un liquore. Per quanto io possa provare, queste situazioni sono da vedere di sera in sera. C’è la persona che può prendere il bicchiere, quella che lo può rifiutare. Insomma, è tanto difficile, molto di più rispetto ad un teatro con 2000 posti. Del resto mi sono sempre confrontata con piccoli spazi e con testi che mi parlavano. Non dico di fare un teatro terapeutico, ma in fondo il teatro è terapia.

Giovanna Lombardi: “Oggi c’è tanta infelicità”

Come sei arrivata a questo spettacolo?

Mario Moretti mi propose questo testo già nel 2010, ma all’epoca non me la sono sentita di metterlo in scena. Il testo, per una serie di ragioni, proprio non mi piaceva. 

Mirbeau stesso definiva il suo romanzo come un’opera “senza ipocrisia”. Posso capire che sia stato difficile da affrontare. Secondo te quella di oggi è una società ancora ipocrita?

C’è tanta infelicità, sì. Perché la gente si impone delle regole che non sono le proprie. E probabilmente ha paura a tirare fuori le sue parti oscure, demoniache. Che sono quelle devono uscire fuori per essere felici.

Chi è Célestine?

Célestine è una donna che non ha paura di nulla, ha il coraggio di affrontare tutto. Il suo occhio è talmente clinico, talmente distaccato che la vedo quasi come una Madonna, come un’icona, una donna non reale. È talmente dentro alla bassezza umana che si staglia al di sopra di tutto, come una divinità. Quando mette la crestina, che per lei è una sonda che scava nell’interiorità dell’essere umano, affonda le mani in questa sporcizia. Ed è la sua gioia.

Giovanna Lombardi: “Uno spettacolo scomodo, ma vero”

A te non piace che si identifichi Célestine come un personaggio morboso.

Non mi piace spingere sulla morbosità e sul concetto di male. Il male ha una valenza solo quando si trasforma in bene e Célestine dà amore alla vita. Se pensi solo al male per male, questo testo non racconta niente di nuovo. Basta accendere la televisione. Di sicuro è uno spettacolo che mostra qualcosa che non si vuole vedere, scomodo.

Forse la comodità va cercata da un’altra parte. Il teatro è rapporto umano, è questa la sua unicità.

Chi entra in teatro è già predisposto a fare un percorso di questo tipo. Viviamo in un’epoca arida, con una tecnologia che sta sotterrando la nostra immaginazione. Entrare in teatro e passare un’ora a sentire una donna che recita è coraggioso. Siamo mosche bianche ma andiamo avanti. Tutto quello che faccio, lo faccio con verità e col cuore.

Leggi anche: Elisabetta De Vito: “Al cuore delle persone con leggerezza”

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Francesca Fiorentino
Francesca Fiorentino
Giornalista professionista e podcaster, scrivo, cucino e faccio ridere, non sempre in quest'ordine. Amo la radio, i film, le margherite, le magliette a righe, i regali inaspettati e i taccuini nuovi. Qui leggi il mio sito professionale


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