Certe persone ti capiscono al volo. Ad esempio Silvia Gerbino, la talentuosa fotografa che ha scattato tutte le mie foto nuove, scatenando in me una botta di narcisismo ai limiti del codice penale. Durante le discussioni sullo styling del servizio (usare la parola styling fornisce altro nutrimento all’ego) mi ha detto, “Ti vedo con una maglia a righe. Molto francese, molto Chanel“. E io, cara Silvia, proprio in quel momento ho iniziato a vederti come una sorta di nume tutelare. Perché le righe sono la mia ossessione fashion da sempre.
Il primo ricordo cosciente della vita è il pigiamino a righe che indossavo per andare a dormire. Un pagliaccetto di spugna con una stellina ricamata al centro. Ho sempre pensato che il mio amore per il pattern fosse legato proprio a questo.
Righe, la semplicità dell’eleganza
Crescendo ovviamente la mia conoscenza della moda si è affinata. Prediligo il nero, non disdegno i colori, purché tutto sia pulito, senza fronzoli. Zero fiocchetti, zero paillettes, no lurex. La semplicità è sovrana. Una t-shirt marinière, un paio di pantaloni di taglio maschile e delle scarpe basse mi rendono felice.
A dispetto delle tendenze. Perché il ritorno ciclico della maglietta alla marinara, invocato come trend assoluto dell’anno, con me non attacca. È sempre il momento giusto per indossare le righe. Anche a dicembre.
Donne con le righe
Quanto siamo chic quando indossiamo le righe? Se non ci credi ti propongo una carrellata di dee che risplendono di luce propria in questo alternarsi di bianco e nero. La prima, Coco Chanel, è colei che per prima teorizzò l’uso di questa fantasia considerata appannaggio dei marinai. Non aggiungo altro.
- Coco Chanel
- Jean Seberg
- Audrey Tautou
- Charlotte Gainsbourg
- Brigitte Bardot
- Audrey Hepburn
Altra donna superba è Jean Seberg. Maglia con spalla calata, denim col risvolto, pixie cut. Anche in questo caso è difficile aggiungere ulteriori descrizioni. E che dire di Audrey Tautou, la nostra adorata Amèlie, e di Charlotte Gainsbourg? Se ti viene il sospetto che bisogna essere un po’ francesi, o se non altro europee, per vestirsi così è assolutamente lecito. Lo confermano la dispettosa bellezza di Brigitte Bardot e la filiforme Audrey Hepburn, che invece era belga. Facciamo così, non pensare alla nazionalità di riferimento. Le righe sono universali. Come la femminilità.
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