Nulla da eccepire. Se parliamo di coraggio e carattere, l’attrice israeliana Gal Gadot ne ha tantissimo. Proprio come il personaggio che l’ha resa nota in tutto il mondo, quello di Wonder Woman. L’interprete, al cinema da giovedì prossimo nel super comic movie Justice League, ha fatto sapere nelle scorse ore di non voler più vestire i panni di Diana se, come si vocifera da più parti, Brett Ratner dovesse girare il sequel del film dedicato alla principessa amazzone.
Il regista è accusato da diverse attrici, ultima in ordine di tempo Ellen Page, di averle molestate sul set. La Gadot dunque scende in campo con forza a sostegno delle donne e degli uomini che in questi ultimi mesi hanno denunciato violenze da parte di personaggi dello showbiz. Sulla lista nera, tra gli altri, il tycoon Harvey Weinstein, gli attori Kevin Spacey e Louis C. K. e lo stesso Ratner.
Gal Gadot, una vera Wonder Woman
Gal Gadot non si è mai nascosta, mostrando apertamente il suo pensiero sulla delicata questione.
“Molestie sessuali e violenza sono inaccettabili – si legge in un suo tweet – sono dalla parte di tutte le donne coraggiose che hanno deciso di parlare e condividere le loro paure. Dobbiamo stare uniti in questo tempo di grandi cambiamenti“.
Solo qualche giorno fa, Meryl Streep intervistata da Anna Wintour, ha sottolineato quanto sia importante fare fronte comune per impedire che nuovi atti di violenza si ripetano.
“È una porta che non dobbiamo far chiudere. Dobbiamo mettere un piede giù e impedire che succeda. Non si può tornare indietro. Non possiamo dire, oh questo è quello che sono sempre stati gli uomini. No, non lo è. Siamo persone civili e impariamo dai nostri errori”, ha detto la Streep.
Il possibile rifiuto di Gal Gadot non è un gesto da poco, considerato il grande successo ottenuto da Wonder Woman in tutto il mondo. Un successo che non può essere separato dalla prorompente immagine della sua interprete. Oltre che alla forza del messaggio veicolato dal film di Patty Jenkins.
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Anche se la Warner Bros non ha confermato la notizia dell’aut aut imposto dall’attrice, la situazione è comunque delicata. La casa di produzione dovrà decidere in fretta da che parte stare.
Potrebbe realizzarsi però una piccola rivoluzione.
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