Una campagna per sensibilizzare le donne sui pericoli del fumo dopo una gravidanza. E invitarle a gettare le sigarette. Si chiama Speriamo che sia…l’ultima ed è promossa da Walce Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe), l’associazione europea che lotta contro le neoplasie toraciche.
Secondo i dati dell’associazione questa patologia colpirà solo quest’anno oltre 41.800 mila italiani e copre il 10% di tutte le nuove diagnosi di cancro. Come sempre, la prevenzione primaria si conferma la più importante arma a nostra disposizione.
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Fumo, troppe donne continuano con le sigarette
Secondo quanto riportano le ultime indagini, una mamma su quattro non si libera dalle sigarette. E dopo il periodo (più o meno) restrittivo della gravidanza, tornano a comprare pacchetti su pacchetti. In italiana sono oltre 11 milioni i fumatori con una netta predominanza femminile: dai quattro milioni e seicentomila del 2016 si è passati ai cinque milioni e settecentomila del 2017.
La campagna di Walce allora si prefigge di ridurre questi numeri. Attraverso delle attività mirate che toccheranno varie città italiane. Da Torino, da dov’è partita, a Napoli, Padova e Bari. In calendario dei servizi di consulenza promossi dai centri ginecologici e ostetrici in collaborazione con le divisioni di oncologia e con personale medico pneumologico.
Simbolo dell’iniziativa, l’orsetto Ector the Protector Bear, un peluche che tossisce se esposto al fumo di sigaretta. Una sorta di indicatore che mette in guardia sui pericoli del tabagismo.
Non va dimenticato infatti che esporre al fumo i propri figli può portare a conseguenze molto serie.
In casi molto gravi il fumo passivo può provocare la morte improvvisa del lattante in culla, infezione delle vie respiratorie, asma bronchiale e otite acuta.
Per tutte le informazioni sull’iniziativa puoi cliccare qui.
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