Si intitola Uccisa in attesa di giudizio, il cortometraggio della Fondazione Doppia Difesa Onlus, presentato nei giorni scorsi alla Festa del Cinema di Roma.
Diretto da Andrea Costantini, ed interpretato da Ambra Angiolini e Alessio Boni, il corto parla di violenza sulle donne da un punto di vista diverso.
Esso infatti pone l’accento sulla lentezza della macchina giudiziaria che, pur di fronte alle denunce di una vittima, tarda a emettere sentenze. E in ogni caso mette a rischio l’incolumità della parte lesa.
Ambra Angiolini è una donna che decide di separarsi dal suo compagno. L’uomo non accetta quella scelta e per questo minaccia la ex, alternando brutalità e falsa debolezza.
Benché tutti sappiano cosa succede nella vita della protagonista, la Giustizia sembra essere impantanata.
E nell’attesa che il giudice si pronunci sul caso, si consuma la tragedia. La donna viene uccisa.
Uccisa in attesa di Giustizia
L’avvocato Giulia Bongiorno, che compare nel corto, ha voluto ribadire la presa di posizione della Onlus da lei ideata assieme all’attrice e presentatrice Michelle Hunziker.
“La Fondazione Doppia Difesa ha intenzione di presentare una proposta di legge che si chiama Codice Rosso, priorità assoluta.
Una donna che rischia la vita non può essere una pratica messa sulla scrivania in attesa che qualcuno la apra“, ha spiegato.
Invita a denunciare le violenze, naturalmente, anche la showgirl svizzera. “Bisogna stare attente e ogni caso è a sé, ma senza avere paura. Basta denunciare dopo essersi rivolte a delle Onlus, come la nostra, che danno consigli legali gratuiti e seguono la vittima in tutti i passaggi indicando come muoversi in determinate situazioni“, ha detto.
Il cortometraggio è prodotto da Camaleo/Rhino di Roberto Cipullo, Mario Pezzi e Alberto Salerno ed è stato infine realizzato in collaborazione con Mediaset.
Cliccando qui potrai vedere il corto.
Doppia Difesa
Fondazione Doppia Difesa Onlus nasce nel 2007 con l’obiettivo di aiutare coloro che hanno subìto discriminazioni, violenze e abusi ma non hanno il coraggio, o le capacità, di intraprendere un percorso di denuncia.
Si tratta perlopiù di donne, che vivono nel più totale isolamento ideologico e sociale, nel silenzio e nell’indifferenza generali, e che per questo troppo spesso non sono nemmeno consapevoli di essere vittime.
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Si ringraziano Pierluigi Manzo e Alessio Piccirillo
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