Quello che sto per darti è uno dei miei classici consigli di grande livello. Non uno di quelli che poi ti diverti a ignorare, no. Uno di quelli belli che ti vengono in aiuto quando stai male e cominci a pensare di non farcela e decidi di diventare come il cuscino del tuo divano. Ovvero grigio e pieno di polvere.
Dunque, il consiglio è fai le piccole cose che ti fanno stare bene.
Cose legali, intendiamoci. Se per caso adorassi i furti con destrezza o la caccia al mugiko nella steppa, sappi che non è ciò a cui mi riferivo. E non è nemmeno una cosa alla Amelie Poulain, perché non si tratta di obliterare lauri né di mettere le mani nei sacchetti di legumi. Per quanto rompere la crosta della creme brulèe… Basta divagare!
Ora ti racconto la mia idea di piccola cosa che mi rende felice. La scorsa domenica sono tornata da Ikea. Già sai cosa voglia dire questo per me, 42 enne fantasiosa con blanda tendenza all’unicornismo spinto e momentanei ristagni nel mondo della realtà. Ci sono andata.
Pure se era domenica. E se in genere nei miei auto consigli è chiaramente specificato di evitare quel posto nel fine settimana. Pure se l’arrivo a via Anagnina aveva la stessa sanguigna intensità dello sbarco in Normandia. Con la differenza che in Normandia almeno sapevano dove parcheggiare i carri armati. Lì, tra la campagna romana e l’oblio, no. Dunque, avevo bisogno di un paio di cose, forse tre. Ne ho prese 4.
Ti parlo solo di due di loro, il porta tablet/libro e un carrellino da cucina bianco. Due sciocchezze vere. Eppure, hanno avuto il potere di cambiare il corso dell’esistenza.
Tralascio il fatto che mancassero delle viti e che ho dovuto far ricorso alla mia riserva personale di chiodi, chiodini e affini (tutto rigorosamente made in Sweden), per dirti che grazie a quel carrello ho ripreso a fare colazione con regolarità.
Happiness is a warm bun (consigli e fatine)
Com’è possibile? È facile. Tutto adesso è a portata di mano. Non devo arrampicarmi sullo stipite nuovo (bellissimo) della mia ultra avveniristica cucina per prendere tovagliette e vettovaglie varie. E visto che posso proteggere le mie vertebre così, mi ripago facendo colazione tutti i giorni seduta al mio tavolo. Con le tovagliette in ordine. Il pane sempre a disposizione. I tovaglioli in tono.
Fare colazione mangiando di più (e meglio) mi fa stare bene e sazia per tutta la giornata. Almeno fino ad ora di pranzo. Questo vuol dire essere piena di energia e più pulita.
Tutto ciò grazie a un carrello che oltretutto stavo per non prendere. Perché quando subentra la fatina del risparmio sono sempre dolori. Ogni tanto questo essere vestito come una studentessa del 1980 va scacciato in malo modo.
Il porta tablet/libro (non ho ancora deciso) ha risolto uno dei miei problemi più gravi: la sistemazione del tablet (forse più porta tablet allora) mentre cucino, lavo, mi lavo, stiro, faccio ginnastica e dormo.
Basta con i supporti improvvisati, le catapulte infernali e le leve galileiane. Basta in sostanza con le cadute multiple del tablet. Tre in mezz’ora cominciavano ad essere davvero tante.
Consigli per vivere meglio, insomma
Al di là di una mera questione pratica dunque, questi due piccoli oggetti hanno portato significativi cambiamenti nella mia tumultuosa vita. Hanno donato ordine e progresso, soprattutto mentale.
Perché diciamolo, a che serve avere 6000 servizi all’americana in 45 sfumature di giallo se non li puoi usare per stare bene? A che scopo aver trovato su YouTube 12 commedie sentimentali americane sconosciute se non le puoi vedere mentre fai la doccia? Certo, sotto la doccia. Io voglio saperlo subito se il tizio chiede alla tizia di uscire. Mi fa sorridere.
E se non è proprio felicità, che è un concetto sopravvalutato, almeno mi fa stare meglio. È lo stesso principio per cui il primo giorno di saldi parto agguerrita per comprare tutto. E poi mi ritrovo serena e realizzata solo perché ho acquistato a un euro un quaderno colorato, che profuma di nuovo. E di rosso. Ecco, cerca sempre il rosso.
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