Julia Roberts, ti adoro. Per questo gli auguri di compleanno te li faccio col cuore. Ti ho conosciuto con Fiori d’acciaio e mi hai stritolato il suddetto cuore. Con Pretty Woman poi mi hai completamente conquistata. Ho sognato di fare shopping con te a Rodeo Drive, scaricando quattro carte di credito e un bancomat. Ma soprattutto ho sognato con te di mandare a farsi friggere quella gran culo di Cenerentola. Cosa ce ne facciamo noi di una che perde le scarpe così, senza colpo ferire?
Ho adorato il tuo vestito Valentino quando hai vinto l’Oscar per Erin Brockovich. Solo tu potevi indossare un abito di dieci stagioni prima con quella classe.
Volevo dirti anche che sei una grande attrice e che ti perdono per le scempiaggini come Mangia, prega, ama. A volte si fanno delle sciocchezze. Pensa, ho rischiato pure di intervistarti per questa commedia indecente.
Non fa niente poi se hai girato pure I segreti di Osage County. La storia più noiosa di sempre. Anche se al tuo fianco c’era quel gran mostro di Meryl Streep.
Julia Roberts, auguri!
Ti ringrazierò per sempre invece per film come Il matrimonio del mio migliore amico e Mystic Pizza. Assi portanti della mia vita di cinefila. Per carità, non sono capolavori ma mi hanno permesso di capire due cose:
- Il valore del color glicine
- l’importanza di avere con sé delle birre e un sorriso strepitoso
Vorrei abbracciarti anche per un’altra sciocchezza incommensurabile, Nemiche Amiche. E dirti che il momento in cui insegni alla tua figliastra a dipingere gli alberi facendo “swoooosh” mi fa piangere come un vitello ogni volta. Lo so che sono cose scritte per te da altri e quella non sei tu. Ma tu le sai interpretare bene le cose scritte da altri. Quindi lì ci sei tu eccome.
Grazie per Closer e per Mona Lisa smile. Interpretavi una fotografa e un’insegnante d’arte. La bellezza insomma.
E grazie per Notting Hill. “Sono solo una ragazza che sta di fronte ad un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla“. Una volta ho pensato di pronunciare questa frase. Non l’ho fatto. Di Julia ce n’è una.
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