La storia che ti sto per raccontare risale a un paio di anni fa. E ogni volta che ne parlo mi assale un senso di inquietudine profonda. Perché certi uomini non hanno il senso della misura. E ti ritrovi in una conversazione assurda ancor prima di capire come ci sei finita. Delineo il luogo: la mia città. Il tempo, una primavera che sa quasi d’estate e i due protagonisti, la sottoscritta e un corteggiatore che ovviamente resterà anonimo, da ora in avanti detto appunto il relitto.
Definizione di relitto
Chi è il relitto? In genere è una persona che risponde a dei requisiti precisi. Il primo, il più importante, è quello di essere sempre fuori tempo massimo. Egli (ma anche ella, nel caso di una donna) sbaglia i tempi. Ad esempio ti scrive quando sei impegnato a fare altro, provando a discutere del mondo. Di politica, cucina, cinema, calcio, storia delle tradizioni popolari, tappeti… Il relitto è esperto di tutto.
Parla solo ed esclusivamente di sé. A volte ti segnala cose che ha scritto alcune ore prima e che avevi opportunamente dimenticato. Vuole insomma che tu gli (o le) dia retta. Ma tu non vuoi.
Invito a cena con relitto
Conosco l’uomo in questione su Facebook. È amico reale di amici carissimi, quindi non posso essere troppo severa con lui. Nulla di sconvolgente all’inizio. Qualche like sulle foto e un commento ironico di tanto in tanto.
Tutto secondo copione insomma. Fino a quando, non mi scrive in privato per dirmi di avermi sognata. WOW! Ci si sogna ancora, mi sono detta, colpita da quel gesto di inaspettato romanticismo.
Scopro poi da una sua spiegazione sommaria (non richiesta) che in realtà il sogno non era legato ad un prato fiorito e a mammole che sbocciavano al mio cammino, ma ad una serie di pratiche erotiche non meglio specificate.
Che ci vuoi fare? Oggi è così. Conosci “virtualmente” una donna, te la sogni ricoperta di latex e il giorno dopo glielo racconti, tanto per instaurare subito un rapporto di travolgente simpatia.
Con me però non funziona così. Ammetto di appartenere alla vecchia scuola. Lascio cadere la cosa con studiata scelta di tempo. In sostanza per le successive 48 ore non do segni di vita.
La tattica
Nonostante questa guerriglia, il tizio non si scoraggia e dopo alcune settimane di silenzio, un silenzio così bello da spingermi a pensare di averla avuta vinta, riparte in quarta con un invito a cena.
Ti porto al mare a mangiare il pesce più buono del mondo!
Gioisco a quella frase, perché sapevo come spegnere i suoi ardori, cosa fare per distruggere i suoi sogni di maschio alfa, sposato, gran divoratore di carne e pesce e con tendenze politiche conservatrici. Rilancio in modo così categorico da essere certa del mio successo:
Oh che peccato! Sono vegetariana, centromediana metodista, avventista del settimo giorno
Lo ammetto: ho sperato con tutto il cuore di essere irrisa come spesso mi era successo fino a quel momento. Invece…
No!!!! Che delusione!!!!! Va bene, ti porto al ristorante siriano, lì non si mangiano né carne né pesce. Oh, che non si sappia in giro però, ho una reputazione da difendere.
Pensa, nessuno ha mai saputo di quella cena perché in realtà non c’è mai stata. E non per la mia innata tendenza a sminuire e scoraggiare il Casanova di turno (del resto, ho pure sempre Venere in Vergine), ma solo perché non mi andava di sottopormi a una tortura. Ho ringraziato il seitan e il tofu per avermi sottratta al relitto.
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