Qualche giorno fa stavo passeggiando senza meta per le strade di Roma. È la condizione ideale per il mio cervello. Il corpo è in movimento, i muscoli sono caldi, la mente vaga serena e ogni singola cellula del corpo è pronta a ricevere nuovi stimoli. Nelle rare volte in cui tutti questi punti si allineano, mi succedono sempre cose straordinarie. Piccole epifanie di verità, illuminazioni sconvolgenti. Alle mie spalle ho sentito nitido lo scalpiccìo di due persone. Il ritmo non mentiva: erano ragazzi appena usciti da scuola.
Lui diceva con tono solenne “io vojo morì single. Ma proprio solo eh“. Lei rispondeva dolce, “io invece voglio sposarmi e avere dei figli“.
Mi sono girata per dare un volto a quelle parole e ho scoperto che erano davvero giovani, forse neanche quattordicenni. Già con un punto di vista preciso sul mondo e sull’amore. Preciso, ma irreale.
Voglio vedere lo stesso ragazzino tra pochi mesi, vittima dei deliri di un normale e sanissimo adolescente innamorato.
E lo stesso discorso vale per la ragazzina, che a un certo punto della vita scoprirà che un monolocale in centro è meglio di una suocera dispotica.
Quei bravi ragazzi
Questo però sarà il futuro. Il presente invece ci parla di giovani già sicuri dei propri sentimenti e di ruoli abbastanza definiti.
Il maschio insegue quella libertà di cui un rapporto sentimentale lo priverebbe. La femmina si sente già programmata per la famiglia.
Quante volte hai visto questo canovaccio sviluppato in una commedia sentimentale? Poi succede sempre qualcosa che scombina i piani e che va ben oltre lo schema precostuito.
D’accordo, gli uomini delle caverne andavano a cacciare tutto il giorno e le donne stavano nella grotta a prendersi cura dei figli. Ma lo sapevi che rendevano più belle quelle “case”con le pitture rupestri? Questo è il genere di inaspettato a cui mi riferivo.
Cosa sognano i ragazzi innamorati?
Non ne ho idea. Forse quello che sognavo io alla loro età, qualcosa che rendesse più bella e leggera una vita piena di paure e insicurezze.
L’importante però è che sognino. Che non ripetano quello che si sono sempre sentiti dire da mamma e papà.
Che procedano senza dar retta ai luoghi comuni stupidi. La diversità (non umana ma di identità) tra uomini e donne è una ricchezza.
E questa si apprende giorno dopo giorno, a 12 anni come a 42 o 70. È una sfida bellissima, perché in gioco c’è l’amore.
Mi ha fatto molto riflettere il confronto tra questi due ragazzi. Primo perché li ho trovati molto teneri. Al di là di tutte le teorie fantasiose, due adolescenti che parlano di cose importanti, di vita, sono uno spettacolo della natura.
Alla loro età ero chiusa a riccio. E il riccio era saldato ermeticamente da un contenitore di zinco.
Il contenitore di zinco era inserito in una vergine di Norimberga.
La vergine di Norimberga era in vendita in un negozio di antiquariato in provincia di Campobasso.
Il negozio poi è fallito e tutti gli oggetti, tranne la vergine di Norimberga, sono stati venduti all’asta.
Poi perché da grande romantica cronica quale sono, ti confesso che mi piacerebbe essere lì con loro, il giorno che cambieranno idea.
Quando lui, il ragazzone che vuole “morì solo“, si innamorerà perdutamente e scoprirà invece di voler appartenere a qualcuno.
E lei, sempre col sorriso sulle labbra, sarà diventata una brava mamma. E anche una brava astronauta, o una ballerina, o una piastrellatrice. O la titolare di negozio di antiquariato.
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