C’è sempre un momento nella vita di una donna in cui si prendono decisioni gravose. In genere succede quando si apre l’armadio e si stabilisce con coscienza che deve essere riordinato.
Non mi riferisco a quell’attimo di calma prima della tempesta quando si fa il cambio di stagione, ma all’anomalo desiderio di vedere tutto al suo posto. Pulito. Profumato. Armonico. Bello. Chissà per quanto.
Il desiderio diventa una vera e propria missione quando senti dentro di te che il piano è alla tua portata, che se sposti i vestiti lunghi sulla sinistra e sulla destra appendi i capi corti, puoi ricavare uno spazio sottostante in cui stipare le borse, allineandole con pazienza per forma, colore e materiale.
Chiaro, le borse devono essere poche, perché sistemarne 2.530 può risultare difficoltoso, pur mettendole una dentro l’altra come un’enorme matrioska scamosciata.
E naturalmente devi sapere cosa fare con i vestiti, come agire sulla loro essenza. Altrimenti finirai come me che l’altro giorno ho passato alcuni minuti della mia vita a capire dove andasse messo il bellissimo e sciccoso camicione di seta acquistato a Firenze. Non era un vestito. Non era una camicia. Era una via di mezzo santo cielo, dove avrei dovuto sistemarlo?
Alla fine l’ho inserito tra i vestiti e le camicie, a mo’ di linea di demarcazione tra un mondo e l’altro, speranzosa che i due universi paralleli potessero comunicare. In pratica, il camicione fiorentino è diventato come l’aereo di Donnie Darko.
Dunque, riordina l’armadio e la tua vita sarà diversa. Lo sostiene da anni Marie Kondo, guru giapponese dell’ordine, fatina delle maglie sistemate come origami, la donna che sussurra alle stampelle. Nonchè mio idolo personale. Con il suo libro Il magico potere del riordino e il successivo 96 lezioni sulla felicità, ha insegnato a milioni di donne in tutto il mondo a non aver timore a separarsi dagli oggetti, perchè appunto sono solo oggetti. Non ne guadagni solo in spazio, ma in libertà.
Il magico potere del riordino l’ho acquistato in stazione in una fredda mattina di febbraio, prima di un noioso viaggio. Avevo davvero bisogno di mettere ordine nella mia vita, così l’ho letto voracemente, proprio come farebbe un bambino. Ho cominciato prima dalla parte che mi interessava di più, l’armadio e i suoi misteri, poi ho seguito la successione dei capitoli.
Sono pochissimi i concetti fondamentali espressi da Santa Marie Kondo:
- piega con metodo quanti più capi possibile
- organizza abiti e oggetti sempre in verticale
- tieni con te solo ciò che ha davvero un valore affettivo
- disponi i vestiti nell’armadio appendendo i capi lunghi e pesanti sulla sinistra e quelli corti e leggeri sulla destra, seguendo quest’ordine: cappotti, abiti, giacche, pantaloni, gonne e camicette (sui camicioni agisci come meglio credi).
Bibbia alla mano, qualche giorno dopo ho iniziato le operazioni di decluttering, conservando solo ciò che per me aveva un’importanza reale ed eliminando il resto. Mi sono liberata di una quantità irreale di magliette con scritte buffe mai utilizzate, di pantaloni dai colori improbabili, di borse borchiate. Risultato? Mi sono sentita veramente meglio. Adesso l’armadio si è riempito di roba nuova, ma questo è un altro discorso.
Consigli non richiesti sull’armadio
Quando stai per comprare un vestito, una camicia, un oggetto qualunque, fatti LA domanda: lo vorrò sempre con me anche durante una guerra nucleare? Sicuro che la fantasia a delfini concentrici non mi stancherà mai?
Ti risponderai che non puoi sapere prima se i delfini concentrici ti stancheranno o meno, che la vita non dà certezze, che non abbiamo garanzie, che il mondo gira e giri con lui e che non sei nessuno per giudicare aprioristicamente l’intrinseca inutilità di una rara stampa animalier orata/sardina.
Ebbene, stai mentendo perché nel profondo del tuo cuore sai già che in soli sei mesi i delfini concentrici faranno compagnia alle mie magliette con scritte buffe.
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